Calce spenta: un prodotto dai tanti utilizzi agricoli

La calce spenta, che chimicamente si chiama idrossido di calcio, è un prodotto utilizzato da molto tempo in agricoltura. In questo settore trova molti usi: dall’innalzamento del pH del terreno alla disinfezione dei tronchi, fino a costituire uno dei due ingredienti della nota Poltiglia bordolese, fungicida tra i più utilizzati. In questo articolo proponiamo una panoramica sull’utilizzo della calce spenta e alcune indicazioni importanti per un corretto impiego.

La calce spenta, o calce idrata, deriva dall’idratazione della calce viva (ossido di calcio) e la si può utilizzare durante tutto l’anno sul terreno o sulle piante.

Di seguito viene quindi fornita una panoramica utile per conoscere meglio le potenzialità di questo prodotto, che è ormai un classico in agricoltura, e le corrette modalità di utilizzo.

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Utilizzo della calce come correttivo del suolo

La calce spenta trova uno dei maggiori utilizzi nell’innalzare il valore del pH del suolo, quando questo è acido.

La maggior parte delle piante coltivate richiede un valore di pH ottimale vicino alla neutralità, ovvero da leggermente acido a leggermente alcalino. Solo le piante espressamente acidofile amano pH particolarmente bassi del terreno, come i mirtilli, che vivono bene a pH 4,5-5.

Di conseguenza, dopo aver realizzato un’accurata analisi dell’estratto acquoso del suolo e verificato che abbia pH acido, lo si può correggere apportando calce spenta.

Per innalzare il pH di un punto in genere sono consigliati 500 grammi di calce spenta per metro quadrato, meglio se distribuiti in autunno. Calce Spenta è disponibile in sacchi da 5 kg, e quindi con un sacco si riescono a correggere 10 metri quadrati di orto. Puoi acquistare Calce Spenta cliccando qui.

Negli anni successivi è bene ricordare di effettuare nuove misurazioni del pH del suolo per stabilire quando apportare nuova calce spenta di mantenimento. Infatti, i suoli acidi hanno la tendenza con il tempo a ritornare a questa condizione, e quindi l’intervento correttivo deve essere ripetuto con una certa regolarità.

Spalmare la calce spenta su tronchi e branche

La calce spenta viene molto utilizzata anche nella protezione di tronchi e rami delle piante da frutto. Le cortecce degli alberi sono infatti siti di svernamento di molti insetti parassiti e di funghi patogeni. Questi, con i primi tepori della primavera, riprendono la propria attività e si riproducono, per compiere nuovi danni. La calce spenta riesce a devitalizzarli e a ridurre così le infestazioni future.

In questo caso si scioglie la calce spenta in acqua fino ad ottenere una pasta fluida dalla consistenza facilmente spennellabile su tronchi e rami di piante da frutto e olivi. In genere l’operazione si esegue tra gennaio e la fine dell’inverno.

Le piante sono così protette da funghi come quello della ticchiolatura e la bolla del pesco, dalle cocciniglie, da vari lepidotteri, afidi, psilla del pero.

Immagine con un pennello che distribuisce la poltiglia bordolese sul tronco di un albero che illustra utilizzo della calce spenta

Preparare in proprio la poltiglia bordolese

Un altro utilizzo della calce spenta è nella preparazione della poltiglia bordolese, un noto anticrittogamico di copertura. Questo è ampiamente usato per bloccare patologie fungine quali la peronospora su vite, pomodoro, patata e altre malattie crittogamiche a carico di tante altre colture arboree ed ortive. Si tratta di un prodotto consentito anche in agricoltura biologica, pur con dei limiti stabiliti da non superare, a causa del fatto che il rame di cui è composta tende ad accumularsi nel terreno.

La poltiglia bordolese nel linguaggio comune è infatti anche chiamata “verde rame”, perché il principio attivo è per l’appunto il rame. La poltiglia è composta da solfato di rame e calce spenta, in genere nelle proporzioni 6 grammi di solfato di rame + 4 grammi di calce spenta da diluire in 1 litro di acqua, e relative proporzioni. Servono quindi una bilancia ben tarata e dei recipienti per ottenere una poltiglia di questo tipo, dal pH leggermente acido e adatta a bloccare le patologie fungine in atto.

Dapprima si fa sciogliere il solfato di rame in acqua, poi si aggiunge la calce spenta messa precedentemente in un altro recipiente con un po’ di acqua. Si mescola bene il tutto man mano che si versa, evitando così la formazione di grumi. Durante tutta questa operazione è fondamentale indossare i Dispositivi di Protezione Individuale (mascherina, guanti, occhiali) e prestare attenzione a non sversare prodotto accidentalmente.

Può essere utile quindi il Solfato di rame, sempre in sacchi da 5 kg.

Volendo preparare in proprio la poltiglia bordolese è possibile variare leggermente le proporzioni tra le due componenti: se si aumenta la percentuale di solfato di rame a discapito della calce, la poltiglia diventa più acida, e il suo effetto è più pronto, utile nel caso in cui siano presenti sintomi di patologie avanzati da fermare il prima possibile. La persistenza di questo tipo di poltiglia è però inferiore, e questo significa che perde effetto rapidamente. Inoltre, vi è associato un certo rischio di fitotossicità, quel fenomeno in cui le piante trattate mostrano segni di bruciatura. È consigliato non scendere mai sotto le proporzioni di 6 grammi di solfato di rame e 3,5 grammi di calce spenta.

Se al contrario si incrementa la percentuale di calce, si ottiene una poltiglia più alcalina. Questa è adatta, per esempio, ai trattamenti invernali sui fruttiferi, in quanto esercita una protezione meno pronta ma più persistente nel tempo.

Ricordiamo che sulle drupacee (pesco, ciliegio, mandorlo, susino, albicocco) non si realizzano trattamenti rameici durante la stagione primaverile-estiva, ma solo durante l’inverno.

Inoltre, i trattamenti rameici vanno evitati durante il momento della fioritura.

Ulteriori utilizzi della calce

Concludiamo la panoramica sull’utilizzo della calce spenta con altri impieghi molto diffusi. La calce spenta può anche essere semplicemente aggiunta al cumulo di compostaggio per apportare calcio. In alternativa può essere distribuita finemente su suoli che da analisi di laboratorio sono risultati carenti di questo elemento chimico prezioso per la nutrizione delle colture.

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Solfato di rame granitello è un prodotto consentito in agricoltura biologica.

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