I concimi sono prodotti fertilizzanti utili per fornire al terreno tutte le sostanze di cui ha bisogno affinché le piante crescano bene. A seconda della tipologia della pianta che si coltiva, delle sue necessità e del terreno in cui viene coltivata, bisognerà scegliere una diversa tipologia di concime. Ecco qualche dritta per utilizzare i concimi al meglio e sceglierli consapevolmente.
Le diverse tipologie di concimi
I concimi si suddividono in organici e minerali. I primi derivano da sostanze naturali o organiche, come lo stallatico, i panelli vegetali o le farine di carne e ossa, e si degradano in maniera naturale nel terreno venendo poi assimilati dalle piante. Questo processo, detto mineralizzazione, può essere più o meno lungo (settimane o mesi) a seconda della composizione del concime, mentre i concimi minerali si degradano con l’umidità, dunque sono assimilabili prontamente. I concimi organici si dividono in ammendanti e correttivi. I primi tendono a migliorare le qualità fisiche del terreno, equilibrandone la struttura e rendendolo idoneo alle piante, mentre i secondi correggono l’acidità o l’alcalinità dei terreni, portando il suo pH a valori neutri. Nei terreni a base acida si utilizzerà un correttivo a base di calce, mentre in quelli basici si utilizzerà lo zolfo.
Concimi organici e concimi minerali sono complementari: bisognerebbe infatti compiere sempre una concimazione organica per preparare il terreno e completare con i concimi minerali la nutrizione della pianta durante la fase vegetativa delle piante. I concimi si distinguono anche in solidi e liquidi, i primi da destinare al terreno, gli ultimi da distribuire sia sul terreno che sulle foglie.
Come scegliere il concime giusto?
Ci sono diversi criteri per la scelta del concime, uno dei quali è la composizione del terreno. Abbiamo visto che questo può avere una composizione acida o basica, e a seconda del caso necessitare di sostanze diverse. In base all’analisi del terreno effettuata da un agronomo, dunque, si andrà poi a decidere la composizione del concime da utilizzare. Oltre alla composizione del terreno, bisogna tenere in considerazione anche la sua consistenza: un terreno argilloso è molto fertile, ma ha bisogno di essere ammendato (corretto) con materiale organico e sabbia, che lo renderanno più facile da coltivare. Viceversa, un terreno sabbioso avrà bisogno dell’aggiunta di stallatico per migliorare la sua capacità di trattenere l’acqua.
Infine, è molto utile distinguere una concimazione di fondo da una di mantenimento. La prima si esegue una sola volta, in vista della coltivazione di un terreno inizialmente non coltivato o sul quale crescevano erbacce, per prepararlo. Questo processo serve a dare al terreno le sostanze nutritive mancanti per migliorarne la fertilità. La concimazione di mantenimento è invece una concimazione ordinaria, finalizzata a mantenere stabile nel terreno la giusta quantità di sostanze nutritive, e a prevenirne l’inevitabile impoverimento dato dal processo di raccolta e dall’erosione dovuta al tempo.