Il momento della lavorazione per coltivare e preparare il terreno per l’orto è molto importante e decisivo, poiché da questo dipenderà l’esito della coltivazione stessa.
Gli aspetti da tenere in considerazione sono molti; dalla scelta degli attrezzi giusti, al momento ideale, dalla concimazione di fondo possibilmente con prodotti di origine naturale fino alla protezione dai parassiti terricoli.
Vediamo quindi nel dettaglio come procedere nel preparare il terreno per l’orto, in modo tale da avviare una coltivazione di successo fin dalle basi.
Avviare un orto: i lavori basilari
Preparare il terreno per l’orto, già in essere, può risultare semplice se questo viene regolarmente curato. Si tratta invece di un’operazione più impegnativa nella situazione di partenza, ovvero quando si decide di convertire una superficie di giardino alla produzione di ortaggi. Infatti, nel primo caso sicuramente il terreno è già allentato, e le lavorazioni hanno lo scopo di mantenerne lo stato di sofficità e tenerlo pulito dall’erba spontanea.
Nel secondo caso invece bisogna interrare un cotico erboso, tagliandolo con la vanga e rovesciandolo, per avere suolo nudo in cui seminare e trapiantare i vari ortaggi. Questa operazione preliminare richiede impegno fisico e di tempo, ma iniziando per tempo può essere distribuita in vari giorni e praticata con calma, in modo tale che diventi anche alla portata di chi non è allenato fisicamente.

Vangatura per preparare il terreno per l’orto
Per eseguire la vangatura, l’importante è affondare la vanga molto in profondità nel terreno, e rovesciare tutta la zolla tagliata. È bene procedere sempre all’indietro e buttando la zolla avanti o dalla parte del lato già lavorato.
Allo scopo di andare diritti e lavorare una superficie regolare è utile delimitare il perimetro con paletti e cordicelle.
Per essere lavorato il terreno deve trovarsi in una condizione di umidità media, cioè né troppo secco né bagnato, ma in quella situazione che nel gergo tecnico viene chiamata di “tempera”.
Può apparire scontato a molti, ma per non confondere la vanga con il badile, è bene precisare le differenze tra l’una e l’altra. La vanga ha la lama diritta, mentre il badile ha la lama inclinata e non è ottimale per questo tipo di lavoro; sarà utile in un secondo momento.
Dopo la vangatura, lo stato del suolo potrà differire anche in base al tipo di tessitura. Su quelli più argillosi potremo notare la formazione di grandi zolle, che invece si sgretolano rapidamente su quelli tendenti al sabbioso. Dopo la vangatura in genere si zappa per rompere le zolle, meglio se con una zappa grande e a lama piatta. Le zappe più strette e quelle con la lama “a cuore” sono più indicate successivamente, per zappettare tra le file degli ortaggi per levare l’erba.
Suddividere l’orto in aiuole permanenti
Una volta che il terreno sia stato tutto vangato, conviene praticare un altro lavoro un po’ impegnativo, ma che se ben gestito sarà destinato a generare ottimi frutti: la suddivisione in aiuole rialzate.

La tecnica consiste nel definire aiuole da coltivare, stabilendo la loro larghezza; fatto questo rialzarle grazie alla terra che si scava dai vialetti divisori, la cui larghezza è anch’essa da stabilire. Una larghezza pratica e comoda per le aiuole spazia tra gli 80 e i 110 cm. Per i vialetti 40-50 cm sono ideali per passare comodamente ma non sprecare troppo spazio. Se però si intende coltivare un orto molto grande può convenire anche scegliere di avere vialetti più larghi, per esempio di 70 cm, in modo da poterci transitare con una carriola senza rischiare di danneggiare gli ortaggi.
Ci serviranno anche in questo caso paletti, cordicelle e anche il metro per le misurazioni.
La scelta delle aiuole fisse è particolarmente indicata per quei terreni molto argillosi, che tendono ad infangarsi dopo acquazzoni o piogge molto lunghe. L’acqua, infatti, defluisce e si accumula nei vialetti, preservando le radici degli ortaggi dai marciumi. Però può essere una soluzione adatta anche a terreni di medio impasto. Nel caso di terreno molto sciolto, che drena bene e si lavora con minore fatica, si può anche lasciare la superficie piana, usando semplicemente gli spazi tra le file degli ortaggi come camminamenti divisori.
Per lo scavo dei vialetti entra in gioco il badile, attrezzo fondamentale per prendere la terra e metterla sulle aiuole, che in questo modo si rialzano.
L’utilizzo del rastrello per preparare il terreno per l’orto
A questo punto le aiuole sono formate ma devono essere pareggiate, e per questa operazione serve il rastrello da orto.

Prima di rastrellare è importante incorporare concime di qualità ai primi strati di terreno. La terra, infatti, deve risultare fertile e arricchita prima delle semine e dei trapianti (qui spieghiamo il perché). Inoltre, i prodotti non devono essere interrati molto in profondità con la vangatura, perché devono essere a disposizione dei microrganismi buoni del suolo e delle radici degli ortaggi.
Ottimi prodotti di origine naturale sono Bioactive o Ortofrutta Bio. Il primo, oltre ad essere concime, ha anche il pregio di contenere micorrize e Thricoderma, ovvero funghi ad effetto molto benefico sulle piante coltivate, sia in termini di stimolo alla crescita radicale, sia come protezione dai patogeni presenti nel suolo, verso i quali esercitano una competizione. Ortofrutta bio è un concime completo di macro e microelementi, utile per nutrire tutti gli ortaggi che si intendono trapiantare e seminare, ma anche le piante da frutto. Gli elementi di cui è costituito vengono ceduti gradualmente, e questo ne consente un’unica comoda distribuzione iniziale all’inizio della primavera.
Le lavorazioni annuali: quando e come
Ogni anno l’orto richiede lavorazioni ordinarie, anche se dopo il primo anno la fatica per fortuna si potrà ridurre.
I periodi migliori per le lavorazioni del terreno sono l’autunno, almeno relativamente a quelle aiuole o parti di orto che in quella stagione non sono occupate da ortaggi autunno-invernali, o l’inizio della primavera, sicuramente una volta terminate le gelate invernali.
Ammendare il terreno: la concimazione di fondo
Ogni anno, in autunno, o all’inizio della primavera, ovvero nella fase in cui si prepara il terreno, bisogna distribuire gli ammendanti di base. Questi servono a rendere il suolo fertile e vivo, stimolando la presenza dei microrganismi e migliorando la struttura. L’ammendante, infatti, non apporta soltanto elementi chimici per la crescita delle piante, ma serve soprattutto a migliorare le condizioni generali del suolo, dal punto di vista fisico e biologico oltre che chimico. I prodotti menzionati sopra sono ottimi da utilizzare ogni anno, unitamente a del compost autoprodotto grazie all’accumulo di scarti organici delle colture e della cucina o, meglio ancora, a dello stallatico.
Prevenire i parassiti indesiderati
Nel suolo si trova un’infinita ricchezza di esseri viventi estremamente piccoli. Molti di essi sono benefici o neutri nei confronti delle piante coltivate, altri invece esercitano effetti negativi, come i funghi patogeni e gli insetti dannosi.
Se si volesse coltivare secondo un metodo rispettoso dell’ambiente, bisognerebbe evitare i geodisinfestanti classici e preferire invece prodotti naturali e non inquinanti.
Geoplus: innovazione ed elementi naturali
Per esempio, Geoplus è un concime innovativo, perché oltre a nutrire le piante favorisce anche lo sviluppo della flora microbica del suolo. È costituito da prodotti vegetali biologici che rilasciano gli elementi nutritivi ad un ritmo graduale man mano che le piante svolgono il proprio ciclo colturale. In particolare, il prodotto è composto da panelli di semi di Neem, dai quali si estrae il noto olio utilizzato a vari scopi tra cui quello insetticida. I panelli di questi semi sono un ottimo residuo utilizzabile per la produzione di concime organico.
Il prodotto presenta una spiccata azione rivitalizzante del suolo, riducendo i problemi legati alle formiche e ad alcuni parassiti terricoli come:

– nematodi: si tratta di sottilissimi vermicelli capaci di creare danno a radici e steli di molti ortaggi.
– lepidotteri: sono specie di farfalle le cui larve si cibano di ortaggi. Alcuni di essi, come le nottue, sono raramente visibili di giorno, perché come il loro nome ci suggerisce prediligono uscire e nutrirsi nelle ore notturne. I danni che compiono possono essere notevoli.
– elateridi: i cosiddetti “vermi fil di ferro” che attaccano facilmente le patate ma anche le radici delle insalate e di altri ortaggi. Sono particolarmente presenti nei terreni che erano prati fino a poco tempo prima, come la situazione descritta sopra, cioè quella della trasformazione in orto di una superficie di giardino.
Geoplus è un concime in polvere ed è disponibile in formati da 1 kg e da 5 kg e può essere alternato o integrato ai prodotti menzionati sopra per la concimazione del suolo.
Capsy, per un’efficace azione repellente
Un prodotto adatto a proteggere le piante arboree e arbustive, oltre che gli ortaggi, da alcuni insetti come acari, afidi e cocciniglie è Capsy. È un prodotto che ha un effetto repellente, non un insetticida vero e proprio; è fatto di capsule a base di estratti vegetali che si dissolvono a contatto con il terreno umido. L’effetto protettivo permane per alcune settimane e basa la sua azione sulla diffusione di alcune sostanze odorose ad azione anti-feeding. In questo modo gli insetti nocivi in questione smettono di cibarsi delle piante e si allontanano progressivamente.