La concimazione è una pratica fondamentale per tutte le piante coltivate, come sanno tutti gli addetti del settore agricolo e anche coloro che ne sono lontani, almeno per sentito dire. Oggi che in tanti si sono avvicinati al biologico come consumatori o come agricoltori hobbisti. Infatti si è sviluppata l’idea di una concimazione ecocompatibile, per rispettare il suolo e per raccogliere prodotti salubri e privi di residui potenzialmente nocivi. Come si può coniugare l’esigenza di raccogliere in abbondanza con il rispetto dell’ambiente e la voglia di cibo genuino? Sicuramente con tanta costanza nella cura della terra e del mantenimento della sua sostanza organica, e anche con la scelta di fertilizzanti di origine naturale.
Tuttavia, anche con questi prodotti naturali si possono commettere errori, perché la pratica della concimazione è meno scontata e semplice di quanto si pensi. Vediamo in questo articolo un approfondimento sull’argomento, soprattutto in relazione all’importantissima fase di semina e trapianto, che riguarda gli ortaggi e le piante da frutto.
Analisi del terreno: sì o no?
Prima dell’avvio delle coltivazioni in uno spazio ancora nuovo, ci si chiede legittimamente se sia utile o meno far analizzare campioni di terreno per conoscerne la composizione. Se si sta avviando un progetto imprenditoriale agricolo, questa scelta rappresenta sicuramente un valido punto di partenza. Se invece la coltivazione è solo finalizzata alla produzione privata, possiamo anche evitare l’analisi o rimandarla ad un secondo momento, nel caso in cui si dovessero riscontrare delle evidenti anomalie nella crescita delle piante.
Cosa fare prima della concimazione: osservazioni empiriche del suolo
Che si decida o meno di analizzare il terreno, quantomeno è importante valutare empiricamente le caratteristiche che si possono comprendere visivamente e al tatto. Già questo fornisce delle informazioni estremamente utili che incidono molto sulle concimazioni e sulla loro efficacia.
La tessitura del suolo
In particolare, ci è di grande utilità avere indizi sulla tessitura del suolo, che può variare da molto sciolta, con prevalenza di sabbia, fino ad argillosa, con tutte le gradazioni intermedie. I suoli molto sciolti richiedono maggiori apporti di sostanza organica perché tendono a ossidarla molto rapidamente. In caso di suoli argillosi, invece, la sostanza organica si lega all’argilla e si perde lentamente, tuttavia è utile aggiungerla perché aiuta a ridurre il compattamento a cui questi suoli sono facilmente soggetti.
Come si fa a capire che natura abbia il proprio terreno?
Si può provare toccandolo. Prendete una manciata di terra quando è umida o inumiditela senza però inzupparla. Poi provate a farci una pallina: se si sgretola subito significa che contiene molta sabbia, se invece si lascia modellare e tiene abbastanza la forma, il contenuto di argilla è probabilmente alto.
Gli elementi che servono alle piante per crescere
Ma come fare per regolarsi con la concimazione? Per decidere come, quando e quanto concimare, ci è utile sapere qualcosa sulle esigenze delle piante. Sono vari gli elementi chimici che le piante richiedono per la loro crescita armoniosa e per produrre le parti che ci interessano. Delle diverse colture ci interessano infatti soprattutto determinate parti:
la parte vegetativa/fogliare come nel caso di spinaci, lattuga, cicoria, basilico, sedano, cavolo cappuccio ecc;
il fiore, benché ancora chiuso, come nel caso di broccolo, cavolfiore, cima di rapa, carciofo;
il frutto, in pomodoro, melanzana, peperone, fragole e tutti i fruttiferi come peschi, albicocchi, meli, piccoli frutti eccetera;
la radice, nel caso di carota, rapa, scorzonera e scorzobianca, cren, ravanello;
il tubero, per la patata. Notare bene che il tubero non è parte della radice ma è un altro organo di riserva per questa pianta, e che è effettivamente sottoterra come le radici.
bulbo, per aglio, cipolla e scalogno.
Però, anche se può sembrare corretto favorire la parte commestibile della pianta, tutti gli organi sono collegati e serve una base di nutrimento per tutto. Una coltura da frutto non può dare buoni frutti se la parte vegetativa non è forte e sana, quindi è importante pensare alla pianta nel suo insieme.
Gli elementi richiesti dalle piante sono:
Azoto
Sui concimi l’azoto viene indicato con la lettera N perché deriva dal latino Nitrogenium. Le piante devono poter assorbire una buona quantità di azoto per lo sviluppo degli steli, delle foglie, e per avere un colore verde intenso. Altrimenti restano scolorite, crescono poco, e anche i frutti saranno scarsi. Anche gli eccessi di azoto però devono essere evitati, perché provocano un grande sviluppo vegetativo, rallentando la fioritura e quindi la fruttificazione, conseguenza ben visibile su pomodoro, peperone e altri ortaggi da frutto. Inoltre, le piante troppo concimate sono anche più soggette alle punture di afidi e alla penetrazione da parte dei miceli fungini patogeni. Anche con i concimi organici si può benissimo rischiare di eccedere con l’azoto, e non bisogna pensare che tutto ciò che è naturale sia buono a prescindere. La “Direttiva Nitrati” del 1991 e successive modifiche, infatti, stabiliva proprio limiti e vincoli nella distribuzione dei reflui animali sui campi, relativamente alle coltivazioni professionali.
Fosforo
Il fosforo è indispensabile per il corretto metabolismo delle piante, in particolare per la fioritura e per la maturazione di semi e frutti.
Potassio
Il potassio è un elemento importante perché concorre alla buona consistenza delle pareti cellulari e favorisce la resistenza delle piante al gelo, agli attacchi parassitari e alla siccità. Quando c’è carenza di potassio si possono notare margini fogliari imbruniti e fruttificazione scarsa. Questo elemento aiuta nel buon sviluppo dei tuberi e dei bulbi, e conferisce ai frutti un sapore dolce. Anche la cenere di legna contiene potassio e può quindi essere usata come ulteriore concime, in dosi modeste, o essere messa nel cumulo di compostaggio.
Calcio
Ci sono specie che amano il calcio e altre che lo rifuggono, e nelle prime la carenza di calcio si manifesta con ingiallimenti e appassimenti fogliari, e nelle piante che non lo gradiscono si manifestano sintomi analoghi, però dovuti ad un suo eccesso. Infatti, l’eccesso di calcio può inibire l’assorbimento di altri elementi come boro, fosforo e ferro, portando a quel fenomeno di ingiallimento chiamato “clorosi ferrica”.
Magnesio
Il magnesio è un componente della clorofilla e contribuisce al colore verde delle foglie e degli steli. Le carenze di magnesio si riconoscono per la decolorazione delle foglie, di cui restano verdi solo le nervature, soprattutto a partire da quelle basali.
Zolfo
Lo zolfo è importante in quanto componente degli aminoacidi, e quindi delle proteine. Una sua carenza, che però è molto rara, è simile alla carenza di azoto, con ingiallimento e riduzione della crescita delle piante.
Altri elementi: i microelementi
Tanti altri elementi come ferro, rame, zinco, molibdeno, manganese e boro sono richiesti dalle piante in piccole dosi, ma non per questo sono meno importanti. Compost, stallatico e altri fertilizzanti organici e minerali naturali quali le farine di roccia di norma li contengono in quantità equilibrate e sufficienti.
Prima della concimazione: preparare per tempo il terreno e ammendare
Gli ammendanti tradizionali sono il compost e il letame di vari animali, da utilizzare sempre maturi. Poi si trovano anche fertilizzanti di origine naturale che derivano, ad esempio, da scarti di lavorazione di altre materie (barbabietole da zucchero, semi oleosi spremuti da cui derivano i panelli, ecc). Questi prodotti rendono i terreni ricchi di sostanza organica e nutrienti utili per la crescita vegetale. Un suolo sano è ben strutturato e ricco di humus e di microrganismi che se ne cibano, quindi la sostanza organica è di fondamentale importanza.
Il momento della lavorazione del terreno è collegato alle concimazioni perché almeno gli ammendanti di fondo si somministrano in questa fase: È bene non interrarli in profondità come si riteneva un tempo, ma incorporarli nei primi strati di suolo, che sono quelli più esplorati dalle radici delle piante erbacee come sono gli ortaggi.
Benché sia ottimale distribuire gli ammendanti nell’autunno precedente, anche la primavera, poco prima di semine e trapianti è un buon momento per farlo. Le temperature in aumento infatti consentiranno presto la mineralizzazione della sostanza organica, e quindi la cessione di nutrienti per le piante.
Concimazione con fertilizzanti naturali ad effetto protettivo
In primavera si realizzano le semine e i trapianti di tutti gli ortaggi primaverili ed estivi e anche chi mette a dimora piante da frutto o le ornamentali lo fa tendenzialmente in questo periodo. Per il buon successo delle colture è importante che le piantine trovino subito un buon nutrimento per crescere. In alternativa o in aggiunta al compost che si riesce ad autoprodurre, si possono trovare in commercio dei prodotti efficaci.
Concimazione con Ortofrutta Bio, il concime completo per il tuo orto
Un concime completo per piante da frutto e per ortaggi è Ortofrutta Bio. Deriva da sottoprodotti della macellazione, ovvero farine di carne e farine di ossa, e contiene in modo equilibrato diversi elementi nutritivi, perché ha anche una componente minerale di potassio di origine naturale e sali di magnesio. L’aspetto molto utile di questo prodotto è la presenza di azoto sia a pronto effetto sia a lenta cessione, perché questa combinazione garantisce sia il nutrimento immediato per le piantine appena trapiantate o i semi germinati, sia per le esigenze che le colture hanno durante il loro ciclo, soprattutto se questo è lungo come nel caso di pomodoro, patata, peperone e altri. Per la coltivazione di ortaggi deve essere distribuito nelle quantità di 80 grammi/mq prima della semina o del trapianto, mentre per le piante da frutto ne serve 1 kg a pianta da distribuire a fine inverno e prima della caduta delle foglie in inverno.
Bioactive, un prodotto innovativo
Citiamo anche Bioactive, particolarmente innovativo perché oltre ad essere un nutrimento per le piante è anche un prodotto polifunzionale. Infatti, contiene micorrize, e altri organismi utili, come i funghi antagonisti del genere Thricoderma, che prevengono l’insorgenza di fusariosi e marciumi radicali. Le fusariosi sono quelle patologie a carico dei vasi interni delle piante, e che si manifestano con avvizzimento dell’intera pianta e facilmente confondibili, a prima vista, con stress idrico. Nell’orto se ne possono usare 10-12 kg per ogni 100 mq, mentre per i rinvasi delle piante ornamentali o per le piante da frutta ne serve 1 kg ad esemplare. Il prodotto è utile anche per la concimazione del prato, su cui previene l’insorgenza di muffe. Deve essere distribuito uniformemente o appena interrato proprio prima della semina e del trapianto, anche mescolato alla terra di scavo della buca quando si trapiantano arbusti o giovani alberi da frutto. Un ulteriore vantaggio di questi prodotti è che sono disponibili anche in formato da 4 kg, il più adatto alle piccole coltivazioni come quelle di balconi o terrazze.
Concime unico ed esclusivo, studiato per la preparazione del terreno destinato all’orto, al prato e al giardino. Apporta sostanza organica che rivitalizza il terreno e lo rende fertile.
Concime organo-minerale ideale per l’orto e il frutteto biologico. A base di materie prime selezionate, permette di nutrire le piante in maniera graduale mirata, nel rispetto di un’agricoltura sana e biologica.
Prodotto organico e innovativo con inoculo di funghi micorrizici sviluppato per nutrire ortaggi, piante aromatiche, da frutto e ornamentali in modo completo ed efficace.
Il ribes è un piccolo frutto meno consumato rispetto a mirtillo, mora e lampone, ma la sua relativa facilità di coltivazione e trasformazione in succhi e
La pianta del rovo è quella che produce la mora, uno dei frutti di bosco più comuni, insieme a mirtillo, lampone e fragola. Spesso associato all’abbandono