Sempre più spesso si sente parlare di “funghi micorrizici” o più semplicemente di “micorrize” e del loro valido impiego in agricoltura sia in ambito professionale sia in quello privato. Effettivamente si tratta di qualcosa che viene davvero in aiuto allo sviluppo delle piante e che quindi favorisce il raggiungimento degli obiettivi di produzione.
Vediamo quindi che cosa sono nel dettaglio e quali sono le applicazioni pratiche delle micorrize nell’orto, nelle coltivazioni di piante da frutto e di ornamentali.
Che cosa sono le micorrize

Le micorrize sono delle particolari simbiosi che si instaurano tra specifici funghi, denominati per questo “funghi micorrizici” e le radici delle piante. Con questa simbiosi i funghi ottengono composti di carbonio dalle piante; in cambio favoriscono dei vantaggi nutrizionali in termini di migliore assorbimento radicale dei nutrienti e dell’acqua presenti nel suolo. I nutrienti vengono scambiati attraverso un’interfaccia che si viene a creare all’interno delle radici tra le due entità, ovvero il fungo e le radici.
Le micorrize avvengono in quella particolare porzione di suolo molto dinamica chiamata rizosfera, ovvero quel volume direttamente a contatto con le radici delle piante.
I funghi micorrizici sono un gruppo molto vasto ed eterogeneo, e possono instaurare questo tipo di simbiosi praticamente con tutte le piante terrestri. Negli ultimi anni sono stati portati avanti molti studi per comprendere meglio il meccanismo delle micorrize e cercarne le migliori applicazioni pratiche.
Le simbiosi micorrize avvengono naturalmente, ma possono essere stimolate con specifiche applicazioni di prodotti alle colture.
Le più comuni micorrize sono quelle arbuscolari, che coinvolgono la maggior parte delle piante erbacee coltivate e quindi sono quelle di maggiore interesse in agricoltura. Si chiamano in questo modo perché formano delle strutture ramificate (arbuscoli) di interscambio con le cellule radicali delle piante ospiti.
Questi particolari funghi, di cui esiste una grande varietà, sono biotrofi obbligati, ovvero per vivere e svilupparsi devono necessariamente instaurare la simbiosi radicale con i vegetali.
Effetti sulle piante delle micorrize
Gli effetti positivi visibili sulle piante che hanno instaurato delle simbiosi micorriziche sono molteplici, anche se la loro entità effettiva dipende dai tipi di piante e di fungo, dalle condizioni ambientali e dalle disponibilità effettive di risorse presenti:

- Migliore assorbimento di nutrienti, soprattutto fosforo e calcio. A questo proposito bisogna tenere conto che il fosforo è un elemento che, sebbene presente nel suolo, spesso si trova in forme insolubili. Ovvero sono difficilmente assorbibili dalle radici, e ciò lascia comprendere quanto sia importante un aiuto alla pianta nel suo assorbimento. Ma già lo stimolo all’accrescimento radicale permette alla pianta di esplorare un volume maggiore di terreno e quindi di assorbire più elementi presenti.
- Migliore assorbimento di acqua, con conseguente maggiore autonomia della pianta per le proprie necessità idriche;
- Maggiore resistenza della pianta agli stress di origine biotica (ovvero agenti patogeni e parassiti animali), perché le ife fungine formano una sorta di bio-barriera che ostacola l’arrivo di questi organismi nocivi in loco;
- Maggiore resistenza della pianta agli stress abiotici, ovvero quelli non dovuti a cause parassitarie. Si tratta di fattori come: la carenza idrica, la presenza nel terreno di sostanze inquinanti, la salinità, il freddo e il caldo eccessivi. In particolare, è stato evidenziato il ruolo dei funghi micorrizici nell’alleviare la tossicità di ferro, rame e zinco presenti nel suolo a concentrazioni troppo elevate da divenire tossici per le piante. I meccanismi che inducono nelle piante un effettivo potenziamento della tolleranza a tutti questi stress sono tuttora in fase di studio e non ancora completamente chiariti.
Effetti sul terreno
I funghi micorrizici, oltre ad avere un effetto diretto sulle piante, lo hanno anche sul terreno stesso; grazie al loro contributo sul miglioramento della struttura, ovvero sugli aggregati di particelle che costituiscono il terreno stesso.
Prodotti a base di funghi micorrizici e la loro applicazione
Benché le micorrize siano una simbiosi che si instaura naturalmente nella rizosfera, soprattutto in quei terreni sani, ovvero ricchi di sostanza organica e quindi anche di microrganismi, distribuire dei prodotti che stimolino e potenzino questi inoculi produce dei buoni risultati nelle colture.
Tecnicamente, i prodotti che contengono micorrize sono definiti come biostimolanti. Con questo termine si indicano quelle sostanze che promuovo la crescita e lo sviluppo delle colture senza essere né fertilizzanti, né ammendanti né agrofarmaci. In questo caso specifico si tratta di biostimolanti microbici, ovvero basati su microrganismi. I biostimolanti trovano impiego in agricoltura biologica ma non soltanto, ed è ragionevole attendersi che il loro utilizzo conoscerà una diffusione sempre maggiore, visto che apportano notevoli vantaggi produttivi senza arrecare alcun inquinamento ambientale né lasciare residui sui raccolti.
Brave Controllo Vivo

Un valido prodotto a base di inoculi micorrizici è Brave Controllo Vivo, disponibile in astucci da 125 ml. I funghi micorrizici in questo prodotto liquido sono altamente concentrati. Inoltre, poiché il prodotto è a base di aminoacidi vegetali e carbonio organico, favorisce molto anche lo sviluppo di altri funghi utili, come Metharizium anisopliae e Beauveria bassiana. Si tratta di due funghi entomopatogeni che aiutano nella difesa delle colture da molti insetti terricoli nocivi come gli elateridi, detti anche vermi “fil di ferro” che attaccano soprattutto le patate ma anche le radici di lattuga e di altri ortaggi, coleotteri di vario tipo, la tuta absoluta del pomodoro, vari lepidotteri e acari. I due funghi parassitizzano questi insetti sia agli stadi adulti che larvali, perché le loro spore penetrano nelle loro cuticole rilasciando tossine che li portano alla morte.
Nel complesso, il prodotto svolge un’azione rivitalizzante del suolo e stimola il metabolismo delle piante.
La sua distribuzione richiede una preventiva diluizione in acqua, in dosi di 3 ml/litro (se non si ha un misurino è possibile utilizzare anche una siringa) per le applicazioni fogliari, nelle quali bisogna sincerarsi di bagnare sia la pagina superiore sia quella inferiore. Per le applicazioni radicali la dose è più alta, di 4 ml/litro. I trattamenti dovrebbero essere sempre eseguiti nelle ore fresche della giornata e ripetuti, se necessario dopo 3-7 giorni.
Altri funghi benefici: il Trichoderma
Per Trichoderma si intende un altro gruppo di funghi molto interessante per le sue applicazioni in agricoltura e gli effetti benefici che apporta alle piante. Infatti, i funghi del genere Trichoderma, che sono circa 200, agiscono come fitostimolanti e come agenti di controllo biologico. Cioè si comportano come antagonisti naturali di funghi patogeni come Fusarium, responsabile dei classici avvizzimenti delle piante, chiamati per l’appunto, fusariosi, Pythium, Armillaria, Sclerotinia. Questa colpisce, per esempio, la carota e il finocchio, Phytophtora (agenti della peronospora di molte colture come patata, peperone, pomodoro), Rizoctonia e Botrytis cinerea (la muffa grigia che colpisce, ad esempio, le fragole).
Alcune specie di Trichoderma agiscono anche nei confronti di alcuni nematodi parassiti e di insetti dannosi.
Alcuni altri ceppi invece possono essere abbinati ai prodotti rameici; così si possono così eseguire trattamenti che consentono una riduzione della quantità del metallo, aspetto sicuramente positivo per l’ambiente.
Gli effetti positivi dell’utilizzo del Trichoderma
L’uso di prodotti a base di Trichoderma in vivaio ha mostrato una migliore vigoria delle piantine. Inoltre, ha anche favorito in certi casi una più alta germinazione di semi di quelle specie a bassa capacità germinativa.
I Trichoderma instaurano un’associazione con le piante colonizzandone la superficie radicale, utilizzando come nutrimento gli essudati radicali della pianta e producendo dei composti organici volatili e ormoni come le auxine che favoriscono lo sviluppo radicale. In questo senso lo possiamo considerare come saprofiti, che instaurano delle simbiosi benefiche. All’interno del vasto genere di Trichoderma ci sono alcuni ceppi altamente specifici per la difesa a determinati patogeni.
Anche il Trichoderma, così come i funghi micorrizici, supporta le piante nell’assorbimento di nutrienti e di acqua, favorendo di conseguenza la loro crescita e produzione a parità di risorse effettivamente presenti nell’ambiente.
Questi funghi si riproducono facilmente in un suolo sano e ricco di sostanza organica. Si può così evitare trattamenti con prodotti chimici come i geodisinfestanti o altre sostanze che deprimono la carica microbica del suolo. Da qui si può dedurre quanto sia importante pensare alle concimazioni in primis con l’idea di nutrire il suolo. È i di favorire sempre la presenza di materia organica mediante la distribuzione di compost autoprodotto, di letame o con la semina di colture da sovescio come basi per la fertilità. In commercio poi si trovano ulteriori prodotti studiati proprio per favorire la salute e la ricchezza di vita del suolo.
Prodotti a base di micorrize e trichoderma
Anche i prodotti che contengono Trichoderma possono essere considerati a tutti gli effetti dei biostimolanti. Inoltre, anche se questi funghi sono naturalmente presenti nel suolo, i prodotti specifici che li contengono ne aumentano considerevolmente la concentrazione.
Bioactive, un prodotto innovativo
Bioactive è un concime organico da distribuire prima della messa a dimora delle piante da frutto e ornamentali e prima delle semine e trapianti degli ortaggi. Contiene micorrize e altri microrganismi utili, tra cui il Trichoderma. Il prodotto svolge un buon effetto di rivitalizzazione del suolo e di fortificazione delle piante. Ne stimola lo sviluppo radicale migliorandone la resistenza agli stress termici di caldo e freddo e alle carenze idriche. Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, è abbastanza intuibile che piante dalle radici sane e sviluppate possano resistere meglio agli stressi idrici. Questo perché sono più capaci di estrarre l’acqua in profondità nel suolo e anche in estensione verticale. Ciò risulta particolarmente importante in un momento come quello che stiamo vivendo, così minacciato dai cambiamenti climatici e dalle loro conseguenze come la desertificazione e le carenze di precipitazioni.
Bioactive è un prodotto in forma solida, disponibile in sacchi da 20 kg o anche nel più comodo formato da 4 kg, pratico per esempio per piccole coltivazioni da balcone.
Ne basta un etto o poco più per ogni metro quadrato di orto, mentre per ogni buca di messa a dimora di piante arboree ne servono 500-700 grammi. Annualmente a queste piante potremmo somministrare 100-200 grammi di prodotto sotto la proiezione della chioma.
Per le piante da fiore la dose è di 60-80 grammi ad esemplare, ma se coltivati in vaso è possibile mischiare Bioactive al terriccio, circa 6-8 grammi a litro.
Tricoder
Ma un prodotto più specifico sul Thricoderma è Tricoder, disponibile in due formati, rispettivamente da 250 g e 125 g. È molto versatile perché trova impiego sugli ortaggi, sulle piante da frutto, sulle ornamentali e sui prati. In questo prodotto è presente un miliardo di microrganismi per ogni grammo, cifra che può sembrare esorbitante ma che è assolutamente normale, trattandosi di organismi infinitamente piccoli.
Il prodotto deve essere diluito in acqua, nelle dosi consigliate di 30 grammi /5 litri id acqua. Va poi distribuito sul suolo nudo e anche con le colture presenti. Per esempio, per gli ortaggi si può realizzare una distribuzione al terreno prima della semina o trapianto e poi una seconda distribuzione dopo 20-30 giorni. Sui tappeti erbosi, invece, si possono eseguire 2 trattamenti distanziati 20 giorni iniziando da metà giugno.
Effetti ambientali
I prodotti a base di funghi micorrizici e di Trichoderma non producono metaboliti secondari tossici per animali, vegetali né specie acquatiche. Non lasciano residui neanche sulle piante e sulle parti di essere che raccogliamo.

Per concludere, è bene tenere presente che per una vera efficacia dei prodotti bisogna avere cura dell’ambiente di coltivazione nel suo insieme. Non ci si può limitare a distribuire prodotti ritenuti ecocompatibili e per questo “buoni”. Oltre alla già citata importanza di mantenere alto il livello di sostanza organica del terreno, infatti, tutte le altre buone norme per un’agricoltura sana dovrebbero essere sempre mantenute nelle coltivazioni: rotazioni colturali, rispetto delle distanze ottimali tra piante, irrigazioni sottochioma ed eliminazioni tempestive delle piante attaccate da patogeni.
La maggiore efficacia di questi prodotti si ottiene in un’ottica di prevenzione più che di cura.