
Nella coltivazione ecocompatibile, sia professionale sia amatoriale, diventa molto importante la prevenzione dalle avversità, sfruttando anche le difese naturali delle piante: funghi, batteri, virus, insetti ed altri parassiti possono insorgere durante tutta la primavera e l’estate e provocare sulle piante dei sintomi evidenti: macchie, muffe, erosioni fogliari, decolorazioni, deformazioni di foglie e germogli e marciumi.
In alcuni casi il danno è lieve e si traduce soltanto in una penalizzazione estetica. Ma non è sempre così: in altri casi si assiste ad un vero calo produttivo per la perdita di parte del raccolto.
Cercare di potenziare le difese naturali delle piante è un’ottima strategia per renderle più capaci di resistere autonomamente e fare in modo che abbiano risposte più resilienti agli stress. In questo modo i danni, per quanto presenti, saranno sempre tenuti sotto una soglia tollerabile.
Bisogna tenere presente che il proliferare incontrollato di funghi patogeni e di insetti nocivi ha degli effetti anche nel lungo periodo e non soltanto nell’immediato. Questo perché, dopo una stagione, questi organismi svernano nel terreno e si ripresentano facilmente anche nell’anno successivo.
Coltivare in modo ecocompatibile: prevenire è meglio che curare
La scelta di un metodo di coltivazione ecocompatibile, ispirato al biologico professionale, è sicuramente ottima per l’ambiente e per avere raccolti genuini. Permette di evitare concimi chimici e quegli insetticidi o fungicidi molto risolutivi ed efficaci ma che possono lasciare dei residui e colpire anche gli organismi utili.
“Biologico” non significa non intervenire

È bene però partire dal presupposto che coltivare in modo biologico non significa affatto lasciare che la natura svolga semplicemente il proprio decorso e accettare di raccogliere quello che arriva senza intervenire. Questo sarebbe infatti un atteggiamento molto irrealistico, considerando che l’orto non è come un ecosistema naturale che si regge su un proprio equilibrio. È, al contrario, un ambiente umano dove ci sono elementi di natura ma anche un’impostazione stabilita da chi coltiva, e quindi di fatto un luogo dotato di un equilibrio instabile.
Di conseguenza, benché sia vero che le coccinelle o altri insetti predatori possano proteggere le piante dagli afidi o altri insetti, è normale che la produzione di pomodori, insalate, zucchine e di tutto il resto sia minacciata da qualche avversità di vario genere, e bisogna fare qualcosa per arginarne i danni.

Poiché i biofungicidi e i bioinsetticidi hanno effetti meno pronti e persistenti rispetto a quelli convenzionali, bisogna adottare un approccio preventivo nei confronti delle possibili avversità. Quindi anche agire sulle difese naturali delle piante.
Ma niente paura: in molti ambienti e in annate favorevoli può benissimo capitare che non si verifichino né malattie né attacchi parassitari e che tutto fili davvero liscio senza particolari interventi. In ogni caso è opportuno conoscere alcuni suggerimenti per rendere la coltivazione ancora più soddisfacente e priva di brutte sorprese.
Chi ama le coltivazioni super naturali può trovare soluzioni che gli permettano di evitare (o ridurre molto) classici prodotti come il “verde rame” e il piretro, giusto per citare due soluzioni ammesse anche in agricoltura biologica e valide, rispettivamente, per la difesa dalle malattie fungine e da molti insetti nocivi. Queste soluzioni sono rappresentate soprattutto dai corroboranti e dai biostimolanti, ovvero sostanze che possono stimolare il potenziamento delle difese naturali delle piante agli stress e favorirne la crescita.
Difese naturali delle piante, l’aiuto dei corroboranti
Si tratta di una categoria di prodotti di origine naturale capaci di favorire la resistenza naturale delle piante agli organismi nocivi senza essere annoverabili tra i prodotti fitosanitari.
I corroboranti utilizzabili in Italia in agricoltura sono quelli elencati nell’allegato 2 del DM 6793 del 2018 e sono:
- Propoli
- le polveri di pietra o di roccia
- bicarbonato di sodio
- gel di silice
- i preparati biodinamici
- oli vegetali alimentari
- lecitina
- aceto (che ha efficacia diserbante)
- sapone molle di potassio e/o di Marsiglia
- calce viva
- estratto integrale di castagno a base di tannino
- soluzione acquosa a base di acido ascorbico
- olio vegetale trattato con ozono
- estratto glicolico a base di flavonoidi.
Vediamo di seguito in particolare le polveri di pietra o roccia, con le relative applicazioni nell’orto.
La zeolite

La zeolite è una polvere finissima di rocce di origine vulcanica, al tatto è molto simile alla farina 00 di frumento e ha un colore grigio molto chiaro. La roccia viene estratta da giacimenti e macinata meccanicamente.
Contiene soprattutto ossido di silicio e ossido di alluminio e presenta una struttura granulare microporosa. L’utilizzo in ambito agricolo della zeolite è relazionato alle sue incredibili proprietà chimico-fisiche, grazie alle quali diventa un’alleata nella prevenzione sia dalle malattie fungine sia dagli attacchi di insetti nocivi.
Per questa ragione è particolarmente vantaggiosa, in quanto consente contemporaneamente una duplice protezione e non solo da specifici funghi o insetti ma da una vasta gamma di essi.
Bisogna precisare che si tratta, come anticipato, di un prodotto valido a fini preventivi, e che non è da utilizzare con infezioni in corso pensando di risolverle.
Prevenzione dalle patologie fungine
Il meccanismo di azione con cui la zeolite ostacola lo sviluppo di patologie fungine è legato all’assorbimento dell’umidità. I finissimi cristalli di cui è costituita riescono ad assorbire l’umidità presente sulle parti aeree delle piante, sottraendola quindi allo sviluppo dei miceli fungini, che ne hanno bisogno per penetrare nei tessuti vegetali. Compreso questo meccanismo di azione, appare chiaro che la zeolite deve trovarsi sulla pianta prima che si manifesti una patologia, quando ancora si presenta sana e rigogliosa.
Prevenzione dagli attacchi di insetti nocivi
La zeolite forma una barriera protettiva ad azione meccanica su foglie e frutti, creando un ambiente inospitale per molti insetti fitofagi, che di conseguenza vengono ostacolati nella loro attività trofica o di ovideposizione.
Come eseguire i trattamenti con la zeolite

Prendendo ad esempio il prodotto Polvere di roccia- zeolite, che si trova in una confezione da 800 grammi, l’indicazione è quella di diluire il prodotto in acqua e nebulizzarlo bene sulla vegetazione, coprendo le parti aeree delle piante (steli, foglie, eventuali frutti) in modo uniforme. Allo scopo si possono utilizzare dei piccoli vaporizzatori, soprattutto per coltivazioni come quelle di terrazze e balconi, oppure delle pompe a spalla.
Dosi
Le dosi suggerite variano tra i 50 e i 100 grammi di prodotto per 10 litri di acqua. Di conseguenza, con il prodotto in questione, si possono realizzare dagli 8 ai 16 interventi, ammesso di necessitare sempre di 10 litri di acqua per coprire tutta la vegetazione da trattare, altrimenti il numero di trattamenti potrà anche essere maggiore, in quanto le dosi si ridurranno.
Quanti trattamenti?
I trattamenti, perché risultino davvero efficaci, devono essere costanti, e ripetuti anche ogni settimana o ogni 10 giorni. Attenzione a tenere conto anche del fatto che con una pioggia la zeolite viene dilavata e che pertanto la vegetazione deve ricevere un altro trattamento.
Per l’esecuzione dei trattamenti bisogna preferire le ore fresche della giornata. Infatti, nelle ore calde e con il sole diretto, l’acqua sulla vegetazione potrebbe causare ustioni fogliari.
La necessaria costanza e la frequenza di questi trattamenti potrebbe indurre a credere che lavorare in questo modo sia un po’ impegnativo. Tuttavia il lato positivo della zeolite è che la si può applicare praticamente su tutte le piante: il trattamento è molto adatto alle coltivazioni miste e non bisogna selezionare piante specifiche che devono riceverlo.
I risultati poi sono ben evidenti, in termini di protezione dalle avversità, ma anche di qualità del raccolto, visto che la zeolite oltretutto aumenta il contenuto di clorofilla nelle piante: negli ortaggi da foglia questo si traduce in un colore verde più intenso e brillante.
Il caolino

Si tratta di un altro tipo di polvere di roccia, che deriva da rocce sedimentarie di tipo argilloso, ed è composto prevalentemente dal minerale caolinite. Il caolino si presenta come una finissima polvere bianca, e al pari della zeolite può essere utilizzato per trattamenti liquidi su molte piante, disciolto in acqua.
Nell’olivicoltura biologica la sua efficacia nel contrastare la mosca dell’olivo è ormai indiscussa e ampiamente sfruttata, ma anche nell’orto trova utilizzi molto interessanti. Il caolino forma una patina su foglie e frutti, tale da impedire l’ovideposizione di molti insetti nocivi.
Inoltre, questa patina bianca crea una barriera ai raggi UV, che evita le scottature da sole e i danni da caldo. Considerando che recentemente durante l’estate si verificano forti ondate di calore, complici anche i cambiamenti climatici in corso, appare evidente quanto sia utile un prodotto capace di proteggere le colture anche dai danni da caldo. Il caldo eccessivo, infatti, non è benefico neanche per quelle colture macroterme che desiderano temperature alte. Ad esempio, su frutti dalla buccia delicata come i peperoni si notano facilmente delle tacche decolorate anche molto estese che sono riconducibili proprio alle insolazioni. Un velo protettivo a base di caolino è quindi una buona prevenzione da questo tipo di stress.
Inoltre, allo stesso modo della zeolite, il caolino riduce la bagnatura fogliare e l’umidità sulla vegetazione, prevenendo gli attacchi fungini.
Come eseguire i trattamenti col caolino
Il caolino, come anticipato, è molto valido per trattamenti liquidi. Caolino, si trova in sacchi da 5 kg e deve essere sciolto in acqua nelle quantità variabili tra i 2,5-5 kg per 100 litri. Se si dispone di una pompa per i trattamenti della capienza di 10 litri dovremo di conseguenza sciogliervi 250-500 grammi di prodotto. Perché il trattamento risulti efficace, è molto importante bagnare in modo uniforme tutta la vegetazione da trattare ed effettuare più trattamenti nel corso della stagione. Conviene inoltre consultare il meteo per evitare di eseguire il trattamento appena prima di una pioggia, altrimenti risulterà inutile e sarà necessario ripeterlo. La pioggia, infatti, proprio come fa con la zeolite, dilava il prodotto dalla vegetazione.
Zeolite e caolino sono entrambi prodotti di copertura. Significa che restano sulla superficie degli organi vegetali coperti e non penetrano nei vasi interni della pianta e neanche negli stomi fogliari. Non compromettono né la fotosintesi clorofilliana, né il sapore degli ortaggi o della frutta, ma in ogni caso con un semplice lavaggio vengono totalmente eliminati.
I biostimolanti

Oltre ai corroboranti, esistono in commercio anche altri prodotti che stimolano le difese naturali delle piante e ne favoriscono la crescita. Si tratta dei biostimolanti, che vengono classificati anche come “prodotti ad azione specifica”. Tra i biostimolanti più conosciuti ci sono gli inoculi a base di funghi micorrizici, che sono particolari microrganismi che instaurano una simbiosi a livello radicale con le piante, con un mutuo vantaggio. Il fungo, infatti, ricava composti a base di carbonio per la propria crescita, mentre la pianta ottiene uno stimolo alla crescita radicale, un migliore assorbimento di vari elementi nutritivi e anche una protezione dai patogeni terricoli.

Brave Controllo Vivo è un prodotto liquido, che si trova in formato da 125 ml. È a base di un inoculo di funghi micorrizici e di amminoacidi vegetali e carbonio organico. Favorisce lo sviluppo delle piante a cui viene somministrato, riducendo gli effetti degli stress biotici e abiotici. Inoltre, stimola l’instaurarsi dei funghi ad effetto benefico, come la Beauveria bassiana e Metarhizium anisopliae, che sono antagonisti naturali di insetti nocivi.
Il prodotto deve essere agitato bene prima dell’uso e poi diluito in acqua. Può essere somministrato sia per via fogliare sia per via radicale. Per un buon trattamento fogliare la diluizione è di 3 grammi/litro. È necessario bagnare bene tutta la vegetazione, assicurando la massima copertura, irrorando anche la pagina inferiore delle foglie. Anche in questo caso è opportuno scegliere sempre le ore fresche della giornata. Per la distribuzione radicale invece si diluiscono 4 grammi di prodotto/ litro di acqua e vi si annaffiano semplicemente le piante al colletto. In entrambi i casi il trattamento può essere ripetuto dopo 3-7 giorni.