Mai pensato di coltivare la rapa nel tuo orto? È un classico ortaggio autunnale e invernale spesso associato ad un’alimentazione povera, caratterizzata in gran parte da minestroni e zuppe miste, a cui fornisce un buon apporto calorico. Si tratta tuttavia di una verdura molto interessante e adatta a tutti gli orti invernali per molte ragioni. Infatti, non ha praticamente scarto, perché oltre alla radice possiamo mangiare l’intera parte aerea; è facile e rustica da coltivare e si conserva a lungo in campo e in frigorifero dopo la raccolta.
Coltivare la rapa in modo biologico è particolarmente consigliato per questa pianta così poco esigente ed adattabile, e per un raccolto generoso è importante che venga condotta con tutti gli accorgimenti colturali fase per fase.
Il risultato effettivo, infatti, dipende molto da alcune impostazioni iniziali nella semina e da gesti fondamentali come il diradamento e la pulizia periodica delle piante.
Vediamo di seguito come comportarci per ottenere il massimo dalla coltivazione delle rape.
La pianta: rapa, cima di rapa e specie affini o vagamente simili
Quando si parla di rapa, a volte c’è un po’ di confusione che va chiarita. La rapa (Brassica rapa var. rapa) è una specie che appartiene alla famiglia delle crucifere o brassicacee, ed è un ortaggio la cui parte interessante è la radice ingrossata. Degne di interesse sono anche le foglie, che si possono mangiare cotte, lessate o in padella. Tra le varietà di rapa più note citiamo la “colletto viola”, dalla radice un po’ schiacciata con la parte superiore di colore violetto, e la “bianca lodigiana”, dalla forma più tonda.
Sua stretta parente è la rapa da cima o cima di rapa (Brassica rapa var. esculenta). Questa non ha una radice ingrossata e che sviluppa delle interessanti infiorescenze simili a piccoli broccoli di cui sono parenti.
Quelle che invece a volte vengono chiamate comunemente “rape rosse” sono invece le barbabietole. Appartengono alla famiglia delle Chenopodiacee come bietole e spinaci, quindi si tratta di una specie lontana dalle vere e proprie rape, a cui non assomiglia per sapore.
Più vicini alle rape vere e proprie possiamo considerare il cavolo rapa, il cui stelo ingrossa fino ad assumere una forma tondeggiante, e il navone, una specie di cavolo simile alla rapa ma di maggiori dimensioni.

Stagionalità, clima e terreno ideali per la rapa
Le rape e le cime di rapa sono ortaggi che si coltivano per lo più per la stagione autunno-invernale, con semina che può iniziare da luglio e raccolto che inizia a settembre e può terminare in inverno a seconda delle varietà e delle zone di coltivazione.
Coltivare la rapa nella stagione primaverile-estiva, rende raro l’ingrossamento della radice ma tende invece a prefiorire per il caldo.
La radice resiste abbastanza bene alle temperature basse e alle gelate, mentre la parte aerea in queste condizioni si sciupa inevitabilmente.
Iniziare a coltivare la rapa: preparazione del terreno
La preparazione del terreno deve essere molto accurata per coltivare la rapa. Questo perché è un ortaggio che si semina direttamente nel luogo definitivo, ovvero l’aiuola dell’orto o parte di essa. Si inizia quindi con la lavorazione principale, che consiste nella classica vangatura. In sostituzione, con il dissodamento altrettanto profondo mediante un forcone a denti dritti, che smuove gli strati di suolo senza rivoltarli. Poi è necessaria una zappettatura più o meno energica a seconda della zollosità che la lavorazione principale ha lasciato nel terreno.
In questa fase è consigliato distribuire una buona concimazione di fondo, mediante prodotti di qualità, come uno dei seguenti:
- Bioactive: non è solo un concime ma un prodotto che funge anche da biostimolante, perché oltre a fornire sostanza organica, contiene anche funghi antagonisti che svolgono l’importante effetto benefico di competere con i funghi patogeni presenti nel suolo. In autunno è molto importante che rape e altri ortaggi siano protetti dal rischio dei marciumi favoriti dal ristagno idrico e questo prodotto è l’ideale. Se ne consiglia la dose di 120 grammi al metro quadrato;
- Humus di Lombrico: è un altro concime organico derivante dalla digestione del letame da parte di lombrichi appositamente allevati, che lo trasformano in un prodotto ancora più ricco e nutriente per terreno e piante. E’ consigliata la distribuzione di 200-300 grammi per metro quadrato;
- Lo Stallatico: concime organico classico e molto utilizzato, deriva da letame altamente umificato, l’ideale per ortaggi da radice come le rape, che non tollerano la presenza di letame ancora fresco. Il prodotto è in pellets e deve essere distribuito in dosi di 250-500 grammi per metro quadrato;
I prodotti descritti sopra sono tutti consentiti anche in agricoltura biologica e garantiscono buone rese derivando tutti da fonti naturali. L’importante è assicurare una distribuzione uniforme, omogenea su tutta la superficie di coltivazione e non limitarsi a concentrare il prodotto nel solco di semina. Per coltivare la rapa, infatti, il suolo deve essere arricchito in generale, e bisogna tenere presente che le radici delle colture esplorano un volume di terra che va ben oltre quello del solco iniziale.
Sulla quantità da distribuire effettivamente, molto dipende dalla concimazione che era stata fornita alla coltura precedente. La rapa è una specie a coltivazione estivo-autunnale, pertanto, può seguire tanti diversi ortaggi. Coltivata dopo fagioli o fagiolini, specie che lasciano il suolo ricco di azoto, richiede poco di questo elemento con la concimazione, ma sicuramente dobbiamo pensare a fornire tutti gli altri elementi nutritivi. In presenza di un terreno molto ricco e fertile possiamo considerare la quantità minima degli intervalli suggeriti. Mentre se il terreno è già stato molto sfruttato e poco concimato in precedenza, è meglio abbondare.
La semina
La semina più indicata per coltivare la rapa è quella a file distanti circa 30 cm. Con l’aiuto di spago, metro e bastoncini, possiamo quindi tracciare dei solchi diritti facendo scorrere la lama di una zappa lungo ogni linea.
Per la distribuzione dei semi si può procedere semplicemente a mano o con una seminatrice, ovvero piccolo attrezzo con manubrio e ruote che distribuisce i semi nel solco alle distanze definite dal calibro dei semi stessi, e indicate su un’apposita rotella.
Il periodo di semina è piuttosto elastico: va da luglio alla prima metà di settembre.
È importante, poi, apportare del nutrimento nell’ultima lavorazione del terreno prima della semina per consentire alle piante di svilupparsi correttamente. Questo può essere fatto con dei concimi organo-minerali come:
- Ortofrutta Bio: concime completo ricco di azoto, fosforo e potassio (NPK), fornisce un nutrimento completo a tutte le piante da orto e da frutto, a cui cede azoto lentamente e gradualmente. Una dose di 80 grammi al metro quadrato è sufficiente per una buona fertilizzazione;
- All Crops: anche questo è un concime completo, anche se il titolo di N, P e K è inferiore rispetto a quello del concime precedente. La sua matrice organica, tuttavia, ne permette un’ottima assimilazione, molto migliore rispetto a quella dei concimi di sintesi chimica. Consigliamo di distribuirne 70-100 grammi al metro quadrato.
Cure colturali
Durante il ciclo colturale della rapa e della cima di rapa, si rendono necessarie alcune cure colturali importanti:
- controllo dell’erba spontanea tra le file mediante zappa o tridente: bisogna passare regolarmente uno dei due attrezzi per ossigenare la terra ed estirpare quanto prima l’erba spontanea. Se si attende troppo, le radici affondano nel terreno, si aggrovigliano facilmente a quelle delle rape ed estirpandole si rischia poi di scalzare le rape stesse. Con il tridente si interviene con la minima fatica e in presenza di erba appena nata;
- diradamento: è tra le operazioni senza dubbio più importanti per la rapa da radice e trascurarla può compromettere il raccolto. Le rape hanno bisogno di spazio per svilupparsi adeguatamente e raramente già con la semina si ha già la distanza ottimale tra loro. Questo significa che molte piantine devono essere eliminate, lasciando almeno 7-8 cm tra quelle rimaste, che avranno spazio per ingrossarsi. Per le cime di rapa l’operazione è meno vincolante, ma in caso di semina troppo fitta è comunque consigliata;
- irrigazione: l’irrigazione per le rape è importante solo nella prima fase del ciclo, quando si è ancora in estate e sussiste il rischio di prefioritura in condizioni di siccità. Successivamente, con l’arrivo dell’autunno e l’umidità notturna, bisogna ridurre le irrigazioni fino a fermarle del tutto;
- pulizia dalle foglie che ingialliscono e marciscono: man mano che le rape si sviluppano, molte foglie tendono ad ingiallire con l’umidità e i primi freddi autunnali. Per un buon arieggiamento della coltura, conviene realizzare periodiche pulizie da questi scarti e metterli nel compost a decomporsi.
Prevenire malattie e insetti con i corroboranti
Sebbene rape e cime di rapa siano specie abbastanza rustiche, possono andare soggette a malattie e ad insetti che è importante prevenire.
Prima che si verifichino problemi, è infatti utile irrorare sulla coltura dei corroboranti. Si tratta di prodotti di origine naturale che potenziano le difese naturali delle piante e che non lasciano il minimo inquinamento ambientale. I corroboranti sono molto interessanti perché svolgono un concreto effetto positivo ma non richiedono il rispetto di tempi di carenza né comportano rischi di intossicazioni, perché di fatto non sono agrofarmaci. L’importante è ricordare sempre di utilizzarli per via preventiva, e non quando le avversità sono già in corso e stanno danneggiando la coltura.
Se decidi di coltivare la rapa, ecco alcuni corroboranti che possono essere molto utili, :
- Zeolite: farina di roccia vulcanica, protegge le colture da insetti e anche da malattie fungine, mediante la formazione di un velo di particelle che ostacola l’attività trofica dei primi, e assorbe l’umidità presente, eliminando le condizioni ottimali per le seconde. Va diluito in acqua (50-100 grammi in 10 litri) e irrorato uniformemente sulle piante, meglio se con una pompa a zaino elettrica perché, rispetto a quelle manuali consente una pressione più uniforme;
- Diato Pro: è un prodotto a base di gel di silice da usare anche in questo caso nella prevenzione da insetti e da patologie fungine, di cui previene il proliferare. Crea infatti una barriera meccanica protettiva sulla superficie degli organi aerei delle piante, ostacolando i funghi patogeni e portando a disidratazione e morte gli insetti nocivi.
- Lecitina di Soia: estratta dai semi della soia, è una sostanza che rende le pareti cellulari più elastiche e quindi più resistenti agli attacchi dei funghi patogeni;
- Olio di Neem: estratto dai semi dell’omonimo albero, è un olio che contiene una sostanza, l’azadiractina, che trova impiego ad uso insetticida. Anche l’olio puro come questo è un grande aiuto nell’allontanare molti insetti nocivi.
Per approfondire la conoscenza dei corroboranti, in questo articolo sono descritti nel dettaglio. In questo altro articolo, invece, è possibile conoscere la loro miscibilità con altri prodotti.

Raccogliere le rape
Le rape da radice si raccolgono quanto hanno raggiunto la dimensione ottimale. Questa dipende dalla nostra abilità nella coltivazione ma anche dalle condizioni di clima e terreno.
In inverno le rape si mantengono abbastanza a lungo nel terreno senza rovinarsi col freddo. Ma non possiamo aspettarci che continuino a crescere, soprattutto quando la parte aerea è ormai gelata.
Indicativamente, la resa delle rape può essere di 2 o 3 kg al metro quadrato. Le radici possono essere semplicemente divelte da terra senza l’ausilio di attrezzi, in quanto affiorano molto esternamente rispetto alla superficie del suolo. Possiamo consumarle crude in insalata, a cui daranno un certo sapore piccante, altrimenti inserirle nelle minestre o cuocerle al forno come le patate.
Raccogliere le cime di rapa
Le cime di rapa si raccolgono quando l’infiorescenza si è sviluppata ma è ancora chiusa e verde. Il momento della raccolta dipende dalla precocità della varietà. La suddivisione principale è infatti basata sul tempo che necessitano per arrivare al raccolto: 40, 60, 90 o 120 giorni. Le più tardive formano delle infiorescenze più grandi, che sono quasi dei broccoletti. In media è ragionevole attendersi un raccolto di circa 2 kg per metro quadrato.